La biodiversità in Italia; ecco lo scenario dell’Italia

La Convenzione ONU sulla Diversità Biologica definisce la biodiversità come la varietà e variabilità degli organismi viventi e dei sistemi ecologici.
L’Italia sta attraversando un periodo di intensi cambiamenti che riguardano ogni aspetto della vita.
A livello locale, gli effetti sono visibili in molti luoghi e settori, ma a livello nazionale abbiamo ancora molto da imparare su come questa trasformazione interesserà tutti noi.

Gli effetti della crisi 

In breve, gli effetti della crisi stanno portando a una radicale reinterpretazione dei modelli economici e di business.
Le imprese stanno trasformando la loro missione e i loro servizi. Il nuovo scenario vede gli attori principali cambiare ruolo e sviluppare nuove capacità.
I confini diventano fluidi, le istituzioni si trasformano.

La biodiversità sui basa su una serie di valori

Nel nuovo modello, la biodiversità si baserebbe su un insieme di valori (etici) condivisi da una comunità in crescita, come la solidarietà e l’attenzione per l’ambiente, chiamata anche “sostenibilità”.
Questo nuovo modello si basa sulle pratiche della sharing economy; è una collaborazione tra ricercatori, cittadini e imprese; si basa sulla tecnologia ma non solo.
Infatti, credo che questo cambiamento possa avvenire solo al nostro interno: dobbiamo cambiare il nostro modo di pensare e di agire!

Il cittadino cede alla responsabilità di contribuire alla creazione di ricchezza e non solo di sottrarla.

La cittadinanza italiana è sempre stata caratterizzata da un certo grado di passività che ha permesso la creazione e lo sviluppo di una struttura sociale e politica basata sulla divisione, sulla disuguaglianza e sulla povertà.
Oggi, invece, c’è la consapevolezza che i cittadini devono essere parte attiva nello sviluppo economico e sociale delle loro comunità.
Devono assumersi la responsabilità di creare ricchezza, non solo di sottrarla.
La cittadinanza non deve essere vista come un peso o un obbligo, ma piuttosto come un’opportunità per assumersi responsabilità condivise tra individuo e società.

È così che un’economia più sostenibile, equa e inclusiva può prendere il suo posto.

La sharing economy è un modello che consente a tutti di sfruttare al meglio le risorse, e non si tratta solo di condividere oggetti fisici.
L’economia della condivisione riguarda la condivisione di idee, conoscenze, competenze ed esperienze.
Si tratta di lavorare insieme piuttosto che competere gli uni contro gli altri.
Infatti, questo tipo di economia collaborativa è stata creata da persone che volevano cambiare in meglio la loro comunità e fare la differenza nella loro vita!
È importante capire che esistono diversi tipi di economia di condivisione: locale, globale; guidata dai consumatori o dai lavoratori; peer-to-peer o orientata ai prodotti… ma tutte condividono alcuni principi comuni: collaborazione anziché competizione; sostenibilità anziché spreco; equità anziché sfruttamento; inclusione anziché esclusività.

Il nuovo scenario 

Il nuovo scenario vede gli attori chiave cambiare ruolo e sviluppare nuove capacità, creando connessioni tra loro.
L’importanza dei nuovi ruoli e delle nuove capacità si riflette nelle relazioni tra gli attori
Ci sono diversi modi per creare connessioni tra gli attori chiave.
Un modo è che un attore sia coinvolto in più livelli di interazione con altri attori; ad esempio, potrebbe partecipare direttamente ad alcune interazioni e indirettamente attraverso altre.
Si può anche pensare a come gli attori si connettono tra loro: direttamente o indirettamente?
Per esempio, supponiamo che la vostra azienda voglia collaborare con un’altra per un progetto che richiede le competenze di entrambe.
Se le due aziende hanno aree di competenza che si sovrappongono, ma non completamente – in altre parole, se c’è una sovrapposizione sufficiente, ma non eccessiva – allora le due aziende possono collaborare direttamente a questo particolare progetto, perché lavorano insieme dall’inizio alla fine; tuttavia, se le due aziende hanno una sovrapposizione molto limitata, potrebbero coinvolgere diversi intermediari specializzati nel mettere in contatto le aziende, come consulenti o investitori che aiutano a mettere insieme i progetti, ma non partecipano direttamente.

I confini diventano fluidi, le istituzioni trasformano la loro missione e i loro servizi in base alle esigenze dei cittadini.

L’idea di un modello guidato dallo Stato è superata.
È ora di pensare a come aiutare la società civile, le imprese e i cittadini ad assumere un ruolo guida nella conservazione della biodiversità.
In particolare, è importante creare opportunità per i membri delle organizzazioni della società civile e delle imprese di rafforzare il loro ruolo di promotori di politiche di sviluppo che promuovano la conservazione della biodiversità a livello nazionale.

Ecco come avviene questo processo di innovazione in Italia.

L’innovazione e lo sviluppo economico si basano sempre più sulla collaborazione tra settore privato e università. Il modello della sharing economy, che si basa sull’uso della tecnologia, consente agli utenti di affittare le proprie risorse e competenze inutilizzate ad altri che ne hanno bisogno.
Questo modello è stato un salvavita per molti italiani che lottano per tirare avanti finanziariamente dopo aver perso il lavoro o la casa durante il periodo di recessione.
Il governo ha anche attuato politiche che aiutano a incoraggiare l’innovazione attraverso la collaborazione tra aziende e università.
Ad esempio, se un’azienda vuole sviluppare qualcosa di nuovo per la produzione ma non ha fondi o tempo per la ricerca e lo sviluppo (R&S), può chiedere un finanziamento al governo nell’ambito di un’iniziativa chiamata “Piano Nazionale Della Ricerca E Innovazione”.

Stiamo assistendo a un momento storico in cui tutto cambia ad alta velocità e dobbiamo essere pronti a tutto questo.

La sharing economy è uno dei principali esempi di come possiamo trasformare la nostra economia e la nostra società.
Se vogliamo vivere in un mondo migliore, dobbiamo essere consapevoli di ciò che sta accadendo intorno a noi e agire.
Dobbiamo approfittare di questa crisi e sfruttarla come opportunità per creare un futuro più sostenibile, non solo per noi stessi ma anche per tutti gli esseri viventi sulla Terra.